La produzione di lungometraggi, iniziata nel 1965 con L'uomo non è un uccello, sviluppa l'attenzione ai temi della liberazione sessuale, con uno stile che nello stabilire una continuità con la tradizione culturale slava, in particolare l'avanguardia russa (spezzoni di Entusiasmo di Dziga Vertov che contrappuntano il racconto di Un affare di cuore del 1967), si ispira nel frequente ricorso al documentario, all'intervista, all'escursione storica, alla Nouvelle vague francese, in particolare a Jean Luc Godard e Alain Resnais. Così è per i successivi Verginità indifesa che gli vale il Premio della giuria al Festival di Berlino del 1968 e W.R. - I misteri dell'organismo, omaggio alle teorie dello psicanalista Wilhelm Reich, realizzato con interviste e altro materiale girati durante un viaggio negli Stati Uniti. Attaccato duramente anche da una parte della critica occidentale, questo film viene proibito in Iugoslavia, mentre il regista è espulso dal partito, il che gli rende impossibile esercitare in patria. Dal successivo Sweet Movie - Dolce film, i cui testi, nella versione italiana sono rielaborati da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini, Makavejev è dunque costretto a reperire i fondi all'estero, attraverso co-produzioni internazionali. Così è per Montenegro tango - Perle e porci in cui è ancora una volta centrale il tema della repressione sessuale. Un ritorno alle origini, dopo alcuni film a impianto più tradizionale, si ha con Il gorilla fa il bagno a mezzogiorno, in cui, le vicende di un soldato russo rimasto attardato a Berlino dopo la partenza delle truppe del Patto di Varsavia, vengono frequentemente interrotte da sequenze di "La caduta di Berlino" (1950), del regista russo Michail Čaureli.
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